FEMMINICIDIO DI CAROL MALTESI: LA DEMONIZZAZIONE MEDIATICA IN UNA SOCIETA’ MORALISTA
Femminicidio. Parliamo di Carol Maltesi, 26 anni, di origine metà italiane e metà olandesi, cresciuta nella provincia di Varese, poi trasferitasi vicina a Milano, ritrovata cadavere nei giorni scorsi, a pezzi, in un dirupo della Val Camonica in Provincia di Brescia.
Di lei i giornali stanno riportando per lo più lo pseudonimo, Charlotte Angie, che utilizzava nel mondo dell’intrattenimento per adulti e delle piattaforme hard, su cui era approdata da poco tempo, dopo aver lavorato come commessa fino al 2021, lavoro finito a causa delle difficoltà economiche durante la pandemia. Era mamma di un bimbo di 6 anni.
Nella notte è arrivata la confessione del vicino di casa, Davide Fontana, ex compagno 43enne, impiegato di banca a Milano, che l’avrebbe uccisa a gennaio, lasciata nel congelatore di casa sua, e successivamente fatta a pezzi, infilata in 4 sacchi neri e scaricata in un dirupo sui monti della valle Camonica. Da due mesi a questa parte era lui che rispondeva ai messaggi attraverso il cellulare di Carol e per questo motivo nessuno ne aveva denunciato la scomparsa.
Questo è ciò che si conosce di questa vicenda, e mentre i giornali si concentrano sui dettagli della sua vita da modella e attrice hard, noi vogliamo concentrarci sul femminicidio, su sicurezza e diritti nelle nuove forme di lavoro e sul ruolo della società con Pia Covre, attivista e fondatrice del Comitato per i diritti civili delle prostitute. Ascolta o Scarica.
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Sulla narrazione tossica di alcuni media italiani che stanno affrontando in queste ore il femminicidio di Carol Maltesi l’intervista a Renata di Non Una di Meno Brescia. Ascolta o Scarica.
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