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Arresti G7: la magistratura è politica

Si fa un gran parlare di magistratura politicizzata, tra gli scandali che coinvolgono il Giglio Magico renziano e le vicende della Sea Watch 3. Per chi vive a Torino e frequenta gli ambiti dei movimenti sociali queste vicende non stupiscono affatto. Che la magistratura sia un organismo politicizzato, integrato in sistemi di interessi e di potere che agiscono sul territorio è evidente da anni, almeno dall’inizio della lotta No Tav in Val Susa. La favola di una magistratura imparziale e indipendente è una bufala da sempre.

Lo dimostrano i fatti che hanno coinvolto pochi mesi fa il PM Padalino (magistrato anti-No Tav per eccellenza) che ricordano in piccolo le vicende che stanno sconvolgendo il CSM con il caso Palamara adesso.

Lo dimostrano anni di persecuzione contro la lotta in valle e a Torino, in cui guarda caso le indagini finiscono nelle mani sempre degli stessi PM e le misure cautelari vengono convalidate sempre dagli stessi GIP. Un vero e proprio sistema di attacco al movimento con una sua strategia autonoma che ben poco ha a che fare con le presunte garanzie costituzionali. Quali saranno gli interessi che stanno dietro queste persecuzioni?

Lo dimostra, in ultima istanza, l’operazione condotta oggi contro diciassette attivisti che si erano opposti, insieme ad altre migliaia di persone al G7 sulla crescita e lo sviluppo di Venaria nel 2017. Un’inchiesta che arriva ad orologeria, come già in passato, a due anni di distanza dai fatti, poco prima del festival Alta Felicità, coinvolgendo alcuni degli organizzatori del festival stesso. Un’inchiesta che si basa non su condotte illecite ma su deduzioni derivate da presunti comportamenti normali durante i cortei come incitare i manifestanti o gesticolare.

E’ evidente a chiunque abbia la possibilità di leggere il dispositivo che si tratta di fuffa utilizzata solo come mezzo di intimidazione e tentativo di depotenziare il movimento. Una operazione di polizia che più che punire i singoli reati serve a tentare di disarticolare una proposta politica e sociale. Guarda caso, anche in questa occasione, a condurre le indagini è la stessa PM (Pedrotta) che l’anno scorso aveva prodotto l’inchiesta sul primo maggio che aveva portato ad altri arresti, poi miseramente caduti, prima del festival, e a convalidare gli arresti è esattamente la stessa GIP (Cosenza).

C’è da dire di più, la magistratura oggi va considerata come corpo pienamente integrato nel sistema economico neoliberista, come agente a protezione di questo sistema, sia lì dove si tratti di difendere gli affari della borghesia progressista del PD, sia che si tratti di colpire dei politici avversi, sia che si tratti di difendere ad ogni costo la lobby del cemento e del tondino dalle proteste popolari. Basta ampliare un po’ lo sguardo, guardare al Brasile di Bolsonaro, per capire quanto le magistrature ricoprano un compito fondamentalmente politico, in grado persino di produrre colpi di stato.

Non c’è da avere nessuna fiducia nei tribunali e nelle magistrature, solo la forza del collettivo, dei movimenti popolari può cambiare le sorti del mondo che abbiamo davanti.

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