Diversamente attaccati alle poltrone
Pensavamo di poterci disinteressare un po’ della soap governativa “di larghe intese e basse imprese” (la Mediaset sta già perdendo colpi in borsa) ma la dura realtà ci invita a fare i conti col triste panorama “politico” nazionale. Per dirla semplice, siamo di quelli che avrebbero tanta voglia di gridare “a noi di questa crisi (di governo) non ce ne frega un …..” ma siamo invece obbligati a prendere atto che questo paese fatica ad uscire dal già visto e cosumato. Una politica schiacciata su una contesa ad personam e una schiera di valvassori e valvassini preoccupati esclusivamente di mantenersi in sella, pronti a banchettare coi nemici dichiarati insultati fino al giorno prima e a voltare le spalle ai compari di una vita. Ma si sa, la Politica fa più rima con Affari che con Appartenenza e Prospettiva e questa e la dura legge del politichese nostrano. Non che altrove sia chissà quanto meglio, è che qui i toni sono farseschi! Gente che non ha mai dimostrato un briciolo di intelligenza o autonomia, ora si sbraccia e si pretende “diversamente berlusconiana”… come se questo fosse possibile!?! Come se nel Pdl ci fosse mai stato altro che una manica di zozzoni interessati mangiare dalal greppia e assicurare un po’ di famigliari (qualcuno in realtà c’è: sono i ciellini che però hanno il dono del realismo e sanno bene che senza il Cavaliere, a meno di un nuovo Terzo Polo, fuori dalla Lombardia non vanno da nessuna parte!).
L’altra sponda vede invece protagonista un apparato diviso in correnti e interessato a tenere a galla o’ sistema costi quel che costi (“il Tav s’ha da fare!”), accelerando anch’esso, giorno dopo giorno, la propria interna dis-articolazione (vicenda Renzi docet). Sopra di loro, un vecchio monarca rincoglionito (ma quanto capace ancora di far male) che continua a tessere le fila della stabilità a tutti i costi. Fuori di questi scalpita un Grillo che torna a sfregarsi le mani e spera di rifare il botto primaverile, dopo tanto tempo perso nelle inutili conte degli scontrini parlamentari. Leghisti e neo-facisti vari proveranno anch’essi a cavalcare il malcontento e additare nuovi capri espiatori.
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A noi, questi pretesi grandi accadimenti ci lasciano un po’ indifferenti, anche se sappiamo non potranno non essere forieri di pesanti conseguenze. I veri boss, quelli che comandano per davvero, fanno già la voce grossa ma in fondo nessun sano di mente crediamo abbia mai pensato che davvero Letta & Alfano sarebbero stati in grado di portarci fuori dalla crisi eseguendo i diktat dei mercati finanziari. In fondo in fondo, quindi, ben venga la crisi di governo… renderà almeno un po’ più difficile l’esecuzione dell’austerity e la governabilità del disastro che ci stanno infliggendo.
Come contraltare a tutto questo schifo – pur con tutte le sue difficoltà, in un momento non roseo per il conflitto sociali (nonostante le famose “condizioni” ci sarebbero) -l‘assemblea romana del 28 settembre ci sembra abbia rappresentato un momento importante e di confronto, in vista di un autunno di cui il meno che possiamo dire è che ci aspettiamo che a farla da padrone nelle discussioni pubbliche non siano nuovi capitoli della saga (anti)berlusconiana ma le lotte reali.
Vogliamo quindi ripartire da quell’assemblea, dalle parole spese, dalle responsabilità assunte. Realtà e composizioni molto eterogenee si sono trovate come non accadeva da tempo intorno ad un percorso da costruire e alcuni obiettivi comuni da raggiungere. Sono mancate forse certezze e pacchetti programmati e pronti all’uso ma forse non è questo un buon viatico di partenza dopo anni di manifestazioni preparate a tavolino che a molt* lasciavano l’amaro in bocca e la sensazione di partecipare ad interessi non sempre chiari? Se una cosa era evidente, sabato a Roma, è che quella giornata (o meglio quella settimana) di lotta funzionerà nella misura in cui tutt* saremo in grado di farla vivere e costruire nei e dai diversi territori.
E allora, arrivederci a tutt* al 19 ottobre… tutto il resto e noia!
Red. InfoAut
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