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Gli spari sopra sono per voi

Se Luigi Preiti si fosse suicidato, impiccandosi nella cantina di casa dei suoi (casa sua non l’aveva neanche più), sarebbe stato semplicemente un numero in più in una statistica che tende settimana dopo settimana ad aumentare: quella dei disperati che consegnano al gesto ultimo l’impossibilità di procacciarsi un reddito con cui campare, stretti tra un senso di fallimento personale e l’anomia di una solitudine prodotta da una vita tutta dedicata al lavoro, mentre gli affetti sfuggono via e non si capisce più per cosa esattamente ci si dimena tanto.

Se si fosse immolato con la benzina e dato fuoco magari in quella stessa piazza dove ha scaricato il caricatore della sua pistola avrebbe forse suscitato un gran clamore e per 1 giorno e 1/2 si sarebbe parlato di lui: media e politici avrebbero proferito melense e ipocrite parole di cordoglio per un uomo “disperato”, invitando gli italiani a stringersi nel cordoglio, avrebbero forse addirittura accennato a qualche necessità di autocritica e di ripensamento, auto-invitandosi a condotte più sobrie per dare l’esempio mentre gli italiani e le italiane stringono la cinghia. (Le condizioni soggettive italiane non ci possono ancora fare sperare in una reazione “alla tunisina”).

Ma Luigi Preiti non ha optato per nessuna di queste alternative e prima di metter fine alla sua vita (se è vero che questo sarebbe stato l’epilogo – come ci informano i siti mainstream) intendeva tirare giù qualche Ministro… per sfogare tutta la sua rabbia, per dare un senso a un gesto tanto disperato,  dare un messaggio ultimo a tanti italiani che sono nelle sue stesse condizioni. Si possono fare tutte le considerazioni politiche che si vogliono sulla  inadeguatezza e erroneità di quel gesto ma, umanamente, è difficile non dirsi in qualche modo vicini a Luigi. Un qualunque sondaggio onesto proverebbe che percentuali imbarazzanti testimonierebbero un moto di simpatia e compassione per quell’uomo. E forse vale la pena cominciare a dire a gran voce che quest’uomo non dovrebbe stare in carcere (come non ci dovrebbe stare nessuno, certamente non quel 90% e oltre in gabbia per reati contro la proprietà, l’immigrazione clandestina o il consumo di sostanze stupefacenti).

Di una cosa possiamo davvero essere contenti: che Luigi Preiti non sia riuscito ad ammazzarsi e, così facendo, ha dato un nome alla propria rabbia: “volevo uccidere i politici” avrebbe detto ai Carabinieri che lo hanno immobilizzato dopo la sparatoria. Un po’ difficile farlo passare per uno “squilibrato”, vero Repubblica, Corriere, Stampa, Rai, Mediaset …? Si è allora passati alla descrizione lombrosiana: “un calabrese”… che però non aveva rapporti con la ‘ndrangheta (quando mai la ‘ndrangheta ha mai pensato e mai penserà di colpire le istituzioni centrali, si accontenta di mangiare attraverso quelle periferiche!). Un “poveretto rovinatosi col video-poker”… peccato che il video-poker sia oggi una devastazione sociale di massa per i proletari, come lo è stata l’eroina negli anni ’80 (e non è detto che anche quella merda non tornerà, basta guardare la nuova diffusione di massa che si sta dando in Grecia). I media di regime lo sanno che nelle contrade in cui Luigi viveva (in quelle dove viviamo la maggiornza di noi) il panorama urbano è scandito da “ComproOro”, centri per il gioco d’azzardo macchinizzato e attività che chiudono in successione? No, loro non lo sanno perché vivono nei centri città, dove questi spettacoli tristi e miserabili non arrivano a deturpare il paesaggio che colgono col loro sguardo.

L’immagine di oggi è quella dei politici che sorridono e si danno pacche sulle spalle dopo l’ennesima e più scandalosa spartizione di poltrone che la storia ricordi mentre alcuni colpi rimbombano da fuori e un po’ di realtà vera inizia ad entrare anche nei loro palazzi…

Come dice la canzone:

È sempre stato facile fare delle Ingiustizie !
Prendere, Manipolare, Fare credere!……..ma adesso
State più attenti!
Perché ogni cosa è scritta!
E se si girano gli eserciti e spariscono gli Eroi
Se la guerra (poi adesso) cominciamo a farla noi
NON SORRIDETE……..GLI SPARI SOPRA…….SONO PER VOI!”


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