No Ombrina: un NO da 60’000 decibel
Imponente.
Un corteo che ha portato in piazza 60.000 persone in una regione di poco più di un milione di abitanti non può essere definito con altri termini.
Il 23 maggio le strade di Lanciano sono state invase da cittadini, comitati, associazioni e rappresentanti delle amministrazioni locali al grido di No Ombrina, il progetto di estrazione di idrocarburi al largo della costa di San Vito Chietino, la Costa dei Trabocchi.
La necessità di garantire margini di profitto alle grandi compagnie petrolifere, in sfregio alla volontà di coloro che vivono sui territori, sta cercando di fare passi avanti in Abruzzo, ma la risposta compatta è stata un no da 60.000 decibel. Un no che parla di territori salubri e di una vita libera dai veleni e dalle speculazioni.
Non è una novità per le coste abruzzesi veder stagliarsi all’orizzonte piattaforme che hanno sempre rappresentato una vera e propria manna dal cielo per speculatori economici ed ambientali, ma ora ancor di più di prima ogni decisione passa direttamente dai palazzi del potere romani. Davanti all’interesse dei soliti noti ogni luogo è diventato sacrificabile.
Non si può ancora parlare di fronte popolare coeso negli obiettivi e nelle pratiche (il corteo era estremamente eterogeneo) ma senza dubbio i comitati che agiscono sul territorio stanno aprendo ampi spazi di contrapposizione reale contro l’ennesimo tentativo di devastazione ambientale ed economica dei territori.
Massiccia è stata la presenza di sindaci giunti anche dalle zone più interne del territorio, fra i quali moltissimi eletti in liste targate PD.
Di fatto tale scenario ha portato sindaci di altre parti d’Italia a stracciare le tessere di quei partiti che paventavano distruzione in nome del profitto, per accogliere a pieno le istanze che parlavano di diritto ad una vita degna e salubre per se e per le generazioni future.
Uno su tutti Mario Pupillo, sindaco di Lanciano e presidente della provincia di Chieti, che dal palco finale osserva contrariato come “nel corteo non si veda neanche un deputato del PD abruzzese”. Beh, il perché di quest’assenza lo sappiamo tutti, e sicuramente lo sa anche lui: ancora una volta si evidenzia lo scollamento estremo tra gli interessi del governo ed i bisogni dalle persone.
Non farebbe meglio a chiedersi “Come possiamo sostenere un partito pronto a vendere le nostre coste al miglior offerente?”.
Il futuro dell’Abruzzo è in mano a chi lo vive…che sia blu come il mare e non nero come il petrolio!
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