InfoAut

Precarietà, questa assente

Lo scontro politico che si sta giocando intorno all’abolizione dell’art.18 (che va comunque difeso, ma senza nulla concedere alla Camusso) sembra rimuovere il nodo cruciale vero di quanto si sta programmando per (o meglio sul)le generazioni future, quei “giovani” tanto invocati ma sempre tenuti fuori, tuttavia presenti come convitati di pietra al mercanteggiare tra governo servo del finanz-capitalismo e sindacato (Cgil) della concertazione, obbligato a non poter neanche più svolgere quel ruolo mediatore/pacificatore di un tempo, messo all’angolo dagli esecutori ultimi del neo-liberismo “senza alternative” che perde colpi e legittimità ma capace ancora di pericolosissimi colpi di coda.

Il nodo cruciale è la precarietà: la spudoratezza è l’aggressività di questo governo hanno pure evitato di giocare questa carta (quella dei “giovani”) e tutto lo straparlare recente sull’universalismo delle tutele, il “modello Tedesco”… (e dire che con questi sindacati sarebbe bastato poco).

Il punto è che non si può affrontare il tema e la battaglia contro questa riforma del Lavoro senza accenni consapevoli ed espliciti al tema del debito (contenuto completamente assente nella pur dignitosa manifestazione Fiom dello scorso venerdì, cui va pur riconosciuto che la pressioneesercitata dalla Fiom è almeno servita a non far calare del tutto le braghe alla Camusso).

Ma questi abbozzi di resistenza non bastano, perché non vanno al sodo della questione, che è appunto quella di una condizione precaria generalizzata su cui si pretende di scaricare tutto il costo della crisi.

Crisi che continua a procedere verso il peggio, con la Bce che ha solo preso tempo con il trilione dato alle banche (che non si riversa per nulla sull’economia). Dopo la Grecia, l’Italia è ora l’epicentro dell’Eurocrisi ma le locomotive Germania e Francia iniziano a rallentare (altro che Alta Velocità). La finanza statunitense, preoccupata ma golosa, continua a consigliare “rafforzamento del sistema bancario” e “unità fiscale” per meglio continuare a speculare sulla svendita del vecchio continente (che per loro è terribilmente e attraentemente “cheap“, a buon mercato).

Dall’Europa si chiedono ancora all’Italia nuove manovre, come se il taglio sulle pensioni e questa nuova “riforma” non bastasstro. E infatti non bastano, se l’obiettivo resta quello di Pareggiare il bilancio e rincorerre il ricatto del pagamento del debito. Questo ci dice che il professor Monti non potrà fare a meno di  continuare a mettere le mani nelle tasche anche del ceto medio (risparmi, adesso arriverà l’Imu, eccetera eccetera) mentre non a caso l’avvertimento che si lancia è ora a tutto il pubblico impiego (“sono finiti i bei tempi, cari garantiti”).

L’ideologia del governo è pari pari quella che dichiara: richiamare fantomatici investimenti di capitali esteri di cui non si vede la disponibilità ma che certo potranno, ove lo considereranno vantaggioso, vantare diritti e assicurazioni contro qualunque tutela del lavoro ( e della sua continuità).

Monti, Fornero & co. continueranno invero ad eseguire il compito che gli è stato assegnato: tagliare parte dell’apparato produttivo a favore del grande capitale internazionale, curare interessi molto specifici (Marchionne e Usa) e mettere a disposizione il lavoro restante di una popolazione impaurita… finché gli riuscirà.

La finestra che cercano di sfruttare -e va visto se ci riusciranno nel’immediato-è la provvisoria pausa sui mercati finanziari (speriamo davvero che duri poco) per, come ha detto Draghi, “non perdere tempo” e “riformare”, facendo credere alla gente che così si uscirà dalal crisi. Molto fumo e niente arrosto ma, si sa, il fumo aiuta un a non far vedere per un po’, vivendo alla giornata (come tutta la politica oggi).

In tutto questo non dobbiamo scordare il ruolo nefasto di Napolitano e del Partito di Repubblica (col Tg3, autentico medium di regime) ma anche  al contempo della percezione di una certo elettorato frastornato che il centrodestra sta leccandosi i baffi per ricostituirsi (vedi: NoTav piccolo grande movimento).
Dulcis in fundo, il Pd si spappola ogni giorno di più ma val la pena ribadire che questo è positivo,perché  serve alla disarticolazione di un sistema partitico marcio e irriformabile.

Stante così le cose pèotremmo davvero dire che questo governo (e il PD che lo sostiene) non è solo Sì Tav e Sì Mafia ( come i valusini dicono da tempo) ma anche Sì Debito.

In questo panorama, per non perdere – anche noi –  tempo prezioso, due appuntamenti si evidenziano con una certa importanza, uan come possibilità, l’altra come necessità da costruire.

1) la manifestazione “No debito! Occupiamo Piazza Affari”! di sabato 31 marzo, che si carica di una valenza accresciuta da quello che sta accedendo intorno a questa “riforma”.

2) se la Cgil vuol davvero fare qualcosa, oltre le chiacchiere con cui narcotizza da tempo quel che resta della Sinistra, organizzi l’assedio del Parlamento quando questo si appresterà ad approvare la legge. No c’è altro da fare, Atene docet.


Redazione InfoAut

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Editorialidi redazioneTag correlati:

crisigoverno montino debitooccupy piazza affariprecarietà

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Il lavoratore inesistente

La retorica della destra sul movimento “Blocchiamo tutto” ci racconta meglio di ogni saggio la visione dominante sul ruolo dei lavoratori e delle lavoratrici nella società: farsi sfruttare, consumare e stare muti.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Alcune riflessioni a caldo su “Blocchiamo tutto”

E’ quasi impossibile fare un bilancio organico di queste giornate incredibili. Il movimento “Blocchiamo tutto” ha rappresentato una vera discontinuità politica e sociale nella storia italiana.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La guerra è pace

Uno dei famosi slogan incisi sul Ministero della Verità del romanzo di George Orwell “1984” recita così.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire

Meloni difende a spada tratta l’agito del governo su Gaza e attiva la macchina del fango nei confronti della Global Sumud Flotilla e del movimento Blocchiamo tutto.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sullo sciopero generale del 22 settembre una giornata di resistenza e lotta – Milano

Il 22 settembre, in occasione dello sciopero generale nazionale, le piazze di diverse città italiane sono state attraversate da movimenti di massa che hanno dato vita a cortei, scioperi, blocchi e boicottaggi contro la macchina bellica, in solidarietà con il popolo palestinese e contro il genocidio. È stata una giornata fondamentale nella ricomposizione di un […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Blocchiamo tutto! Insieme, per Gaza

E’ difficile prendere parola sulla giornata di ieri. Sono mille gli stimoli, i punti di vista da cui guardare quanto è successo. 

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Lo stadio finale di Israele: tra autarchia e capitalismo di rapina

L’immagine di invincibilità che lo stato sionista sta cercando di ristabilire sul piano militare non può nascondere i segni della sua corsa, irreversibile, verso un capitalismo di rapina.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Milano: urbanistica, speculazione e stratificazione di classe

Mettiamo per un attimo da parte gli aspetti corruttivi dell’intricata vicenda che vede coinvolti imprenditori, architetti, assessori e dipendenti comunali.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Sono dazi nostri

Non c’è altro modo per definire l’incontro tra Ursula von der Leyen e Trump se non patetico.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Ma quale “imperialismo iraniano”?

Per un attimo ci siamo illusi/e che di fronte a fatti di questa portata la priorità fosse quella di capire come opporsi, dal nostro lato di mondo, al caos sistemico che Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti, sta portando sulla regione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Continuano le piazze per la Palestina e nella notte nuovo abbordaggio della Flottilla

Ieri, 7 ottobre, in particolare in due città italiane, Torino e Bologna, si sono tenuti appuntamenti per continuare la mobilitazione in solidarietà alla Palestina. Entrambe le piazze sono state vietate dalle rispettive questure in quanto considerate “inopportune”.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

‘Nessun paradiso senza Gaza’: intervista esclusiva di Palestine Chronicle al rivoluzionario libanese Georges Abdallah

Traduciamo da The Palestine Chronicole questa lucida e approfondita intervista del 13 agosto 2025, a Georges Abdallah.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia formalmente sostiene l’Iran, ma mantiene un difficile equilibrio nello scacchiere mediorietale.

Con l’Iran la Russia ha un accordo strategico che però non prevede l’assistenza militare reciproca formalizzato nel Trattato di partenariato strategico del gennaio 2025, in realtà  è un accorod molto più all’insegna del pragmatismo e degli interessi reciproci anche perchè Mosca continua ad avere buone relazioni con Israele non fosse altro perchè un sesto circa della popolazione israeliana è costituito da russi di origine più o meno ebraica.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Montichiari: cancellato il volo con i missili in transito.

Vittoria per lavoratrici e lavoratori. Revocato lo sciopero.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

l’Occidente che uccide:retoriche vuote per giustificare l’ingiustificabile.

L’idea che si possa “difendere la civiltà” a suon di bombe e crimini di guerra è il paradosso fondativo del progetto coloniale. E oggi è il cuore della propaganda bellica israeliana, e di chi la sostiene in Occidente.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La crisi nel centro: la Germania nell’epoca dei torbidi. Intervista a Lorenzo Monfregola

La Germania, perno geopolitico d’Europa, epicentro industriale e capitalistico del continente, sta attraversando senza dubbio un passaggio di crisi.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Israele: crolla il mito dei servizi di intelligence più efficaci del Pianeta

In Palestina dopo 56 anni di occupazione militare, colonizzazione, sterminio di civili e Apartheid in occasione del 50° anniversario della guerra dello Yom Kippur, Hamas reagisce con gli stessi strumenti utilizzati per decenni dagli israeliani per sottometterli.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Diario della crisi – Gli spettri del debito cinese

In questa estate infuocata, una possibile tempesta (non solo meteorologica) potrebbe abbattersi sul sistema finanziario globale.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Diario della crisi – Dalla gestione della crisi al sistema di guerra

In questa decima puntata del Diario della crisi – progetto nato dalla collaborazione tra Effimera, Machina-DeriveApprodi ed El Salto – Stefano Lucarelli riflette sull’inopportuno susseguirsi di crisi che, spiazzando ed eliminando le cause e dunque le possibilità d’intervenire sulle conseguenze di quelle precedenti, fanno sì che gli effetti di queste ultime si accumulino e si […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Il ritorno del paradosso di Solow?

Nel 1987, mentre si stava affermando la cosiddetta rivoluzione informatica, il premio Nobel per l’economia Robert Solow enunciò un paradosso che divenne famoso: “Si possono vedere computer dappertutto, tranne che nelle statistiche sulla produttività”.