“Siamo nei guai” disse l’ABC.
«Siamo nei guai. Se c’è qualcuno che pensa di stare al riparo dall’antipolitica si sbaglia. Se non la contrastiamo, spazza via tutti». Queste parole di terrore dette da Bersani in questi giorni che sono rimbalzate su tutti i giornali e Tg, fanno emergere due aspetti: da un lato lo schifo di cosa intenda Bersani e l’ABC per politica, e dall’altro le loro paure. Partiamo dall’ultimo, allo schifo ci arriviamo dopo.
Il sistema dei partiti che dopo la crisi della Prima Repubblica ha governato l’Italia è in crisi profonda e sta crollando giorno dopo giorno sotto gli attacchi del malessere sociale da un lato e della magistratura dall’altro.
Tutte le leadership si sono sgretolate: prima la sinistra e Prodi, poi Berlusconi, ora la Lega e Vendola. I casi di corruzione emergono in tutte le amministrazioni e in tutti i partiti e nessuno riesce a chiamarsi fuori. Dalla Lombardia alla Puglia.
A far paura ai partiti c’è Grillo che registra una forte crescita nei sondaggi. Secondo alcuni il Movimento 5 Stelle balza intorno al 6-6.5% dal 2,3%. Mentre la Lega Nord viene data addirittura al 4%, e anche Sel, dopo le inchieste sulla sanità pugliese, scende di un punto assestandosi al 6,5%.
Ma perché Grillo intimorisce i partiti e di cosa si sta rendendo conto, forse, Bersani quando dichiara «Se non la contrastiamo, spazza via tutti». Bersani è intimorito dal fatto che il sistema dei partiti attuali è sempre meno funzionale al capitale, poiché ormai sono incapaci di attirare consenso. E sotto l’attacco della magistratura, che in questo momento fa il gioco dei mercati, emerge come questi siano un peso per un sistema in crisi economica.
Qui la paura di Bersani verso Grillo, è perché il Movimento 5 Stelle, si mostra grazie all’esaltazione del principio della “meritocrazia” molto più adatto di lui ad attrarre consenso verso un governo tecnocratico e meritocratico.
Inoltre il Movimento 5 Stelle è l’unico all’interno del quadro elettorale ad aver aggirato momentanemente il nodo della crisi della rappresentanza, nonostante sia un movimento carismatico, e nonostante stia all’interno del paradigma liberista della prevalenza del mercato.
Il Movimento 5 Stelle è, infatti, riuscito a sintetizzare due necessità della comunicazione politica istituzionale attuale, quella della retorica del peer to peer, e quella dello spettacolo. La prima sarebbe il paradigma relazionale e comunicativo degli anni in cui viviamo, ovvero quello del tu. «La persona dell’anno sei TU» – diceva il Time nella sua copertina 2007, piazzando un grande You al centro del monitor di un personal computer. La seconda, è incarnata proprio leader Beppe Grillo, personaggio comico nato dalla tv generalista degli anni ’80. I partiti, questa contraddizione non riescono a scioglierla nonostante cerchino di imbellettarsi di qualche social network e gonfiarsi della retorica della partecipazione.
Arriviamo adesso allo schifo, premettendo che il compito dei movimenti è quello di rompere e combattere sempre la retorica della meritocrazia sopra citata. Bersani esalta una politica giusta contro un’Antipolitica. Ma quale sarebbe la “politica” giusta di Bersani, se non la politica che amministra l’esistente, fatta di sfruttamento, lavoro precario, distruzione del territorio, cemento, inquinamento, corruzione e che permette a lui e ai partiti come i suoi di sopravvivere cercando di fare favori in cambio di soldi.
Bada Nasciufo
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