Black Friday. La Polonia si blocca contro la restrizione del diritto all’aborto
Ieri in Polonia una grande mobilitazione ha attraversato il Paese contro la proposta di restrizione della legge sull’interruzione di gravidanza, già una delle più restrittive d’Europa.
Dopo le oceaniche proteste del 2016 il governo di ultradestra polacco, sostenuto dalla Chiesa, sta nuovamente cercando di restringere la legislazione sull’aborto vietandolo nel caso di gravi malformazioni fetali. L’iter legislativo è stato riaperto il 19 marzo e ieri è stato proposto al Parlamento davanti al quale è giunta la manifestazione di Varsavia. In cinquanta città ci sono state manifestazioni, la solidarietà si è mossa in tutto il continente nella giornata del Venerdì Nero.
La legge polacca approvata nel 1993 consente l’interruzione di gravidanza solo in tre casi: pericolo di vita per la madre, stupro e grave malformazione del feto. È inoltre permessa l’obiezione di coscienza dei medici che rende il ricorso all’aborto ancora più complicata e drammatica, si moltiplicano gli aborti clandestini e il rischio per la salute e la vita delle donne.
Nel nostro paese a maggio saranno passati 40 anni dalla legge 194 e ancora poter accedere all’interruzione di gravidanza è in alcune regioni quasi impossibile. Sono stati tagliati nei decenni i fondi per i consultori e la contraccezione.
L’attacco alla libertà di scelta, informazione e autodeterminazione riguarda tutto il globo e nelle mobilitazioni globali sta trovando un’espressione di rivalsa.
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